Pio Panfili

Forse non tutti sanno che gli artisti marchigiani – fermani in particolare – eccelsero nella realizzazione del finto marmo e degli effetti illusionistici, così comuni nelle chiese barocche . Dal tempo della Controriforma, marmi e stucchi diventavano una spesa troppo costosa, che poteva essere tranquillamente sostituita con la maestria dei pittori.

Uno dei più noti esponenti di questo genere fu Pio Panfili (1723-1812): Nato a Porto San Giorgio nel 1723, fu attivo nelle Marche e soprattutto a Fermo. Qui realizzò gli effetti prospettici e illusionistici delle volte e della cupola della cattedrale cittadina (1787). Sempre a Fermo, dipinse le pitture prospettiche della sala consiliare del palazzo comunale (1760).

Nel territorio, sono da citare i suoi lavori presso l’atrio del palazzo comunale e della scala monumentale del municipio di Montegiorgio.

Oltre che nelle Marche, il Panfili operò a Bologna, dove si distinse come incisore e disegnatore di vedute cittadine. Operò presso lo stampatore Della Volpe, per pubblicazioni artistiche. Tra queste, citiamo: La regola di Vignola, L’architettura dell’Alberti, Claustro di San Michele in Bosco dello Zanotti, il Diario bolognese ecclesiastico e civile dal 1770 al 1796. Sue opere sono presenti anche nella Biblioteca dell’Archiginnasio, nella Pinacoteca Nazionale e nel Museo Civico.

La sua fama in patria fu notevole, se ancora a pochi decenni orsono, si poteva udire per le strade sangiorgesi la nota “filastrocca”:
Pio Panfili portese pittore
pitte pitture per poco prezzo
prete porco puzzone pagame presto.

Bibliografia essenziale:
Dizionario storico-biografico dei marchigiani, Il lavoro editoriale 1993, tomo II, p 108.

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