I ragazzi e il folkore: Voci della memoria

Locandine di Voci della memoria

Ieri, sabato 28 maggio, si è tenuta la decima edizioni di Voci della memoria, rassegna del folklore per ragazzi organizzata dal Centro di studio sul folklore Piceno di Ortezzano.

Nella splendida cornice del teatro Alaleona di Montegiorgio, i ragazzi delle scuole primarie di Campofilone, Ponzano, Monsampietro Morico, e della scuola secondaria di primo grado di Montegiorgio si sono esibiti con pièce teatrali ispirate ad aspetti della cultura popolare come la raccolta delle erbe spontanee, la vita spirituale, gli antichi mestieri.

Lo spettacolo è stato arricchito dalle esibizioni di saltarello del gruppo folkloristico Ortensia di Ortezzano, accompagnato dalla musica dei Ceca Face.

Quest’anno si è trattato di un’appuntamento speciale, interamente dedicato alla memoria della maestra Emanuela Angelini, fortemente impegnata nella valorizzazione e nella divulgazione della cultura popolare fra le nuove generazioni.

Lo studio attento della cultura tradizionale ha un duplice ed essenziale fine: tramandare la memoria di un passato recente di cui stiamo perdendo traccia a causa dei profondi mutamenti socio-economici del secolo scorso; coltivare le nostre radici affinché siano più che mero folklore, ma uno stimolo per conciliare tradizione e innovazione, conservazione e progresso, passato e futuro.

Il Sacro, collettiva d’arte degli ex allievi dell’Istituto d’Arte

A Fermo, l’Oratorio di Santa Monica ospiterà fino al 7 maggio la terza edizione della mostra collettiva curata dall’Associazione degli Ex Allievi dell’Istituto Statale d’Arte “Umberto Preziotti”.

Non poteva essere scelto luogo più significativo visto il tema della mostra: il Sacro.

Lo spazio architettonico e il mirabile ciclo d’affreschi dell’oratorio entrano in relazione con le opere esposte, in un dialogo non solo tematico, ma anche diacronico, per una delle domande che più inquietano l’uomo: la domanda sul divino, sull’Aldilà, sulla redenzione e la sua possibilità, sul senso della vita, sull’uomo stesso.

Panoramica della mostra (foto realizzata e gentilmente concessa dal M° Donato Landi).


Ciascuno dei 41 artisti in esposizione ha offerto il proprio prezioso e personale contributo
: il risultato è un itinerario espositivo che si fa costellazione e che riesce ad instaurare un rapporto vivo con la storia dell’arte e con la storia del Sacro.

Particolare della mostra: sulla sinistra la splendida Santa Lucia, statua lignea realizzata da Giuseppe Pende.

Il Sacro è così intimamente connesso alla rappresentazione artistica che ogni opera d’arte è lo svelamento di quel che non può essere visto. L’intreccio fra sacro e immagine artistica sarà l’oggetto della conferenza della Prof.ssa Luana Trapè: Il sacro e l’arte. Dalle pitture rupestri a Rothko.

La professoressa ripercorrerà la storia dell’arte dall’epoca primitiva fino alla contemporaneità passando attraverso la mediazione dello spirito religioso e e del pensiero filosofico. La conferenza si terrà sabato 22 aprile a Fermo, presso l’Auditorium San Zenone, alle ore 18:00.

Altro particolare della mostra.

Di seguito citiamo tutti i 41 artisti: Simone Beato, Massimiliano Berdini, Yonas Bibini, Anna Maria Bozzi, Marisa Calisti, Grazia Carminucci, Mario Censi, Angela Ceri, Caterina Ciarrocchi, Gabriella Colonnella, Sante Damiani, Giuliano De Minicis, Josip Dolic, Giovanni Ercoli, Maria Feliziani, Angela Illuminati, Donato Landi, Giuseppe Mitarotonda, Sandro Mori, Fabrizio Moriconi, Mario Moronti, Francesco Musati, Giuseppe Pancione, Eleonora Paniconi, Lucia Postacchini, Mauro Postacchini, Valeriano Prati, Massimo Ripa, Stefano Rosa, Gisella Rossi, Patrizio Sanguigni, Renato Santiloni, Micaela Sason Bazzani, Ermanna Seccacini, Nadia Simonelli, Teo Tini, Corrado Virgili, Silvano Zanchi. Clicca sul link per scaricare il Catalogo completo della Mostra.

Per le visite, ecco alcune informazioni utili:
Dall’8 aprile al 7 maggio, Oratorio di Santa Monica, Fermo.
Orari: martedì-venerdì 17:00 – 19:00, Sabato e domenica 10:30-12:30, 17:00-19:00.
Informazioni: 333 9919288
Email: exallieviartepreziotti@gmail.com

Musica e solidarietà per ricostruire: Concerto di beneficenza per le popolazioni colpite dal terremoto

sorptimistA poche settimane dal tragico sisma, non si esauriscono le manifestazioni destinate alla raccolta fondi per aiutare i terremotati.

Su questa scia, vogliamo segnalare “Musica e Solidarietà per Ricostruire”, il gran concerto di beneficenza patrocinato dal Comune di Porto San Giorgio e organizzato da Soroptimist International Italia, Club di Fermo, presieduto da Tunia Gentili, in collaborazione con l’Accademia Musicale Internazionale “Maria Malibran” di Altidona, la cui presidente e fondatrice, il M° Rossella Marcantoni, ha curato la direzione artistica dell’evento.

Il concerto si terrà domenica 16 ottobre, alle ore 17:30, presso il Teatro Comunale di Porto San Giorgio e sarà presentato da Sabrina Capponi.

Sul palco si esibiranno due musicisti di chiara fama, protagonisti indiscussi della scena musicale nazionale e internazionale: il M° Cristiano Rossi, al violino, e il M° Marco Vincenzi al pianoforte. In programma musiche di Wolfgang A. Mozart e Ferruccio Busoni, del quale ricorre peraltro il 150° anniversario dalla nascita.

L’incasso sarà devoluto alla Protezione Civile Regionale a supporto delle popolazioni del Territorio Fermano colpite dal terremoto.

Ingresso ad offerta libera.

Per informazioni: 338 8219079 / 338 7076036.

Note per ricordare: concerto conclusivo del Festival Musicale Piceno 2016

Chiesa di San Paolino, Falerone (foto di Gianluca Moscoloni
Chiesa di San Paolino, Falerone (foto di Gianluca Moscoloni

Sabato 24 settembre, dopo l’interruzione imposta tragicamente dal sisma, si concluderà la 25° edizione del Festival Musicale Piceno, con un recital per violino solo del M° Marco Fornaciari. Il concerto si terrà nella splendida chiesa di San Paolino, a Falerone, alle ore 21.15  e sarà idealmente dedicato a Sergio Lucarini, presidente dell’associazione Festival Musicale Piceno, venuto a mancare a dicembre dello scorso anno.

Il Festival Musicale Piceno trova la sua forma attuale nel 1991 a Falerone, anche se, già dal 1986, a Servigliano si svolge annualmente la stagione concertistica del Festival dedicata alla musica da camera, che ospita artisti e compositori di chiara fama, offrendo così al territorio ed alla musica un  prezioso contributo culturale.

Oggi, avviata la 25° edizione, il Festival è stato privato del suo luogo simbolo: la chiesa di San Francesco (o San Fortunato), che ha riportato pesanti lesioni e l’irreparabile danneggiamento dell’organo Morettini, che era stato inaugurato dopo un lungo restauro solo alcuni giorni prima.

Interno della chiesa di San Paolino, Falerone (foto di Ginaluca Moscoloni
Interno della chiesa di San Paolino, Falerone (foto di Ginaluca Moscoloni

Il recital del M° Fornaciari concluderà la rassegna ad un mese esatto dal giorno della prima scossa, che, se da una parte ha privato il Festival della sua sede storica, dall’altra rappresenta uno sprone per continuare a divulgare la musica da camera, cercando l’aiuto di tutti coloro che nella musica trovano conforto e gioia.

Occorre ringraziare tutti coloro che in questi anni hanno reso possibile il Festival, realizzando qualcosa di grande in un piccolo, ma meraviglioso, borgo di provincia.

Infoline: 0734 710147

 

Licini: l’Angelo di Santo Domingo

L’ESPOSIZIONE
Fino al 14 febbraio 2016 a Monte Vidon Corrado, nella Casa Museo Osvaldo Licini, sarà in esposizione l’Angelo di Santo Domingo (olio su faesite, 62,2 x 72,8), importante opera del pittore marchigiano.

Il dipinto è stato gentilmente concesso in prestito dal suo attuale proprietario, Giuliano Gori, imprenditore pratese che ha dato vita, a partire dal anni Settanta, ad una splendida collezione d’arte a Villa Celle vicino Pistoia.

L’evento è stato organizzato in concomitanza con l’acquisizione di un disegno preparatorio dell’opera da parte del Centro Studi Licini, resa possibile grazie al prezioso contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo e di alcune aziende locali. Il disegno è tornato a casa, dopo essere appartenuto prima a Luigi Dania e poi a Egidio Mengacci, fondatore della galleria L’Aquilone di Urbino.

La scrivania dello studio del pittore (Casa Museo Licini).LA STORIA
L’Angelo di Santo Domingo è l’unico lavoro che Licini accettò di realizzare su commissione; il committente, Luigi Lombardi, era un collezionista di Prato. Il pittore avrebbe dovuto consegnarlo entro l’agosto del 1956, ma per alterne vicende, ancora all’inizio del 1957, dell’Angelo v’erano soltanto un gran numero di bozzetti preparatori. Licini invitò Lombardi a Monte Vidon Corrado per scegliere la versione definitiva e finalmente, nell’estate del 1957, spedì il dipinto, rammaricandosi che Lombardi non si fosse recato personalmente a Monte Vidon Corrado per ritirarlo.

IL DIPINTO
L’intera composizione è ridotta alla purezza dell’essenza geometrica. Sospeso in un paesaggio tra colline e mare, che ricorda proprio un tipico panorama marchigiano, vi è un angelo sospeso nel cielo azzurro. È l’aurora o il crepuscolo: un sole rosso-arancio fa capolino sul mare. Una falce di luna incornicia il volto dell’angelo, quasi a diventarne la chioma. In un etereo silenzio, venato di presagio, l’angelo guarda l’osservatore: cosa vorrebbe dirgli?

Una testimonianza del nipote del pittore, Lorenzo, svela l’origine del titolo: Licini raccontò che la forma dell’angelo gli sembrava molto simile a quella dell’isola di Santo Domingo. Eppure l’affascinante enigma che il quadro cela è ancora lungi dall’essere svelato, come dimostrano i due indecifrabili segni calligrafici presenti sul dipinto: il numero 5 posto vicino all’angelo e quella che pare essere una lettera “a” in corsivo, posta sul lato sinistro.

ORARI
Per gli orari della mostra, visitabile fino al 14 febbraio 2016,  è possibile visitare il sito del Centro Studi Licini di Monte Vidon Corrado.

Infoline:

Tel.: 0734 759348, interno 6

Cell.: 334 9276790 (anche per i gruppi).

“Occhi negli Occhi”, il nuovo album di Fabio Capponi

Sabato 9 gennaio il Teatro delle Api di Porto Sant’Elpidio ha fatto da sfondo alla presentazione di Occhi negli Occhi, il secondo album del pianista e compositore elpidiense Fabio Capponi. Diplomato in pianoforte al Conservatorio “G.B. Pergolesi” di Fermo, Capponi è già al suo secondo progetto discografico, realizzato in collaborazione con un quartetto d’archi costituitosi per l’occasione e composto da quattro brillanti musicisti marchigiani: Andrea Esposto (violino), Gaia Valbonesi (violino), Vincenzo Pierluca (viola) e Federico Bracalente (violoncello).

Lo splendido Teatro Delle Api, gremito di spettatori, è risultato una cornice perfetta per un concerto-spettacolo, in cui la musica è riuscita a creare suggestioni quasi figurative. La musica, infatti, ha lasciato spazio alla parola: l’attrice Pamela Olivieri ha recitato poesie e testi originali, ispirati ai brani del disco. Si è trattato di uno dei rarissimi casi in cui non è stata la musica ad accompagnare la poesia, ma questa a mettersi a servizio della potenza dell’espressione musicale, un po’ come accade in alcune opere di Robert Schumann, in cui la parola allude alla musica e non viceversa.

Interessante e risolutiva la scelta del pianista di alternare brani per piano solo a brani che prevedono la presenza del quartetto d’archi. Le scelte timbriche si sono rivelate particolarmente felici: Fabio Capponi è stato in grado di ricreare un sound cameristico mai scontato, dove quartetto e pianoforte hanno dialogato amorosamente; complice del successo un’esecuzione impeccabile, dove il tocco chiaro e trasparente del pianista si è perfettamente sposato con l’amalgama sonoro del quartetto, sempre a fuoco, mai secondario.

Quello del 9 gennaio è stato il primo di una serie di concerti che porteranno Occhi negli Occhi in giro per alcuni dei più bei teatri storici delle Marche. Ecco i prossimi appuntamenti:
13 febbraio, Corridonia, al Teatro Velluti, ore 21.30: per informazioni e prenotazioni chiamare lo 0733 431769;

10 aprile, San Ginesio, Teatro Leopardi, ore 18.00: per informazioni e prenotazioni chiamare il 347 0205759 o scrivere a teatro.sanginesio@libero.it.

(Clicca sull’immagine per ingrandirla. La foto pubblicata è stata realizzata e gentilmente concessa da Bianca Marucci.)

Dal soffio al suono. Il debutto dell’Atmós Ensemble

Atmòs_Ensemble_Montecosaro_0623 mark 2Montecosaro, 4 gennaio. Nella splendida cornice del Teatro delle Logge si è svolto l’entusiasmante debutto dell’Atmós Ensemble, la banda da concerto fondata da due giovanissimi maestri: Michele Paolino e Lorenzo Perugini, entrambi venticinquenni. In cartellone, un programma di tutto rispetto, con musiche di F. Erickson, P. Grainger, B. Appermont, E. Whitacre, L. Pusceddu, R. Sheldon, in grado di lasciare senza fiato (è proprio il caso di dirlo) il numeroso pubblico accorso ad ascoltare.

La banda da concerto costituisce una realtà ormai consolidata nel mondo anglo-americano, per numero di orchestre attive e repertorio, che l’Ensemble vuole riproporre al pubblico italiano nonostante l’organico ridimensionato, come “ridimensionate” sono le risorse che nel nostro Paese si destinano alla cultura.

L’Atmós Ensemble è costituito da 21 giovani strumentisti, tutti provenienti dalle Marche, che hanno scelto di fare della musica la propria ragione di vita e la propria professione. Tutti i componenti, infatti, hanno compiuto o stanno ultimando studi di alta formazione musicale. Ciò consente loro di potersi confrontare con repertori appartenenti a culture e generi diversi, spaziando tranquillamente dal classico al moderno. L’idea di contaminazione è compresa già nel nome che la formazione ha scelto di darsi: Atmós è parola presa in prestito dal greco antico, che vuol dire soffio, vapore, e che contiene sia il riferimento al soffio che produce il suono, sia al termine atmosfera, che è formata da una mescolanza di vapori (gas), proprio come l’ensemble è una mescolanza di strumenti a fiato.

Atmòs_Ensemble_Montecosaro_0206 mark 2Di seguito, riportiamo i nomi di tutti i componenti della formazione esibitasi ieri: FLAUTO E OTTAVINO: Gloria Giacomelli; OBOE E CORNO INGLESE: Manuel Mantovani; CLARINETTI: Elisa Cimadamore, Marylisa Mariani, Laura Veroli; CLARINETTO BASSO: Frenkli Mirto; SAX CONTRALTO: Michele Paolino, Agnese Giachè; SAX TENORE: Luca Marinelli; CORNI FRANCESI: Artem Kozlov, Giampaolo Baldelli; TROMBE: Federico Perugini, Mattia Zepponi; TROMBONI E EUPHONIUM: Niccolò Serpentini, Matteo Paggi; TUBA: Valerio del Bianco; PERCUSSIONI: Federico Occhiodoro, Simone Polenta, Stefano Manoni, Lorenzo Bruscantini. DIRETTORE: Lorenzo Perugini.

 

(Le foto dell’Atmós Ensemble sono state realizzate e gentilmente concesse da Emanuele “Memme” Animali.)

Expo Milano 2015: un dietro le quinte con lo scenografo Giancarlo Basili

IMG_2071 2Lunedì 28 dicembre 2015, presso il cinema Sala degli Artisti di Fermo, l’associazione Ex-Allievi Istituto Statale d’Arte “U. Preziotti” di Fermo ha organizzato un incontro con lo scenografo Giancarlo Basili, il quale ha presentato uno dei suoi ultimi e più importanti lavori: l’allestimento del Padiglione Zero all’Expo Milano 2015.

Basili è nato a Montefiore dell’Aso nel 1952. Dopo essersi diplomato presso il Preziotti di Fermo, si è laureato in scenografia all’Accademia delle Belle Arti di Bologna. Scenografo di fama internazionale, ha lavorato per i più importanti teatri d’Italia (fra cui il Comunale di Bologna e La Fenice di Venezia) ed ha collaborato con notissimi registi, sia in campo teatrale che cinematografico, come Pier Luigi Pizzi, Nanni Moretti, Marco Tullio Giordana, Gabriele Salvatores, Carlo Mazzacurati.

Si è dunque trattato di un appuntamento di grande importanza, cui la cittadinanza ha risposto con partecipata affluenza. Il Maestro ha offerto una rapida panoramica del progetto e dell’allestimento di uno dei padiglioni più amati dell’Expo.

Il Padiglione Zero, il cui progetto architettonico è stato firmato da De Lucchi, ha costituito una sfida, poiché doveva condensare il senso dell’Expo in relazione al tema scelto: Nutrire il pianeta. Ecco che allora Basili ha raccontato la storia della civiltà, a partire dalla nascita dell’agricoltura e dell’allevamento, fino alle questioni attuali: lo spreco, la povertà, le tragedie che hanno piagato il secolo scorso.

“L’Expo – ha sottolineato il Maestro – è stata un’esperienza fondamentale per la politica, perché ha dimostrato che l’Italia è capace di reagire”. Allo stesso tempo, ha dimostrato al mondo intero la grande maestria artigiana delle aziende italiane. Il Padiglione Zero, infatti, è stato realizzato interamente a mano ed il successo è stato tale, che le autorità hanno deciso di non smantellarlo, ma di trasformarlo in un centro di ricerca.

Il Maestro Giancarlo Basili è un esempio vivente di come il territorio sia in grado di produrre eccellenze, attraverso un felice connubio di tradizione, storia, istruzione. Il territorio funziona se riesce a creare sinergie.