Falerone, il teatro romano

L’antica città di Falerio Picenus fu fondata da Augusto nel 29 d. C.
Sappiamo che la valle del Tenna fu interessata dall’esproprio di terre che Augusto conferì ai veterani. La città godette in epoca imperiale di un certo prestigio e prosperità economica, come si può evincere dalla qualità dei suoi monumenti ancora oggi visibili nel parco archeologico: il bel teatro, i resti dell’anfiteatro, le cisterne.

La città cadde in decadenza verso la fine dell’Impero Romano, per via delle invasioni barbariche e delle guerre che scaturirono in seguito all’instabilità politica. Dopo il V d.C. la popolazione iniziò lentamente a spostarsi dalla pianura alla collina soprastante, dove sorge l’attuale città di Falerone.

Il gioiello del parco archeologico è sicuramente il teatro. La sua particolarità è quella di non essere adagiato su di un declivio, ma in pianura, dove l’ingengeristica romana trova la sua massima espressione. Il suo stato di conservazione è incredibilmente buono e il teatro viene tuttora utilizzato per spettacoli teatrali e concerti durante la stagione estiva.

Vista sull’ingresso occidentale del teatro.

Dei tre ordini originari di gradinate, sopravvivono i primi due: l’ima cavea e la media cavea. All’ima cavea si accedeva dalle due entrate: fu costruita su un terrapieno sia per sorreggere il peso della struttura sia per poter contare su un effetto naturale di risonanza. La media cava costituiva il secondo ordine di gradinate cui si accedeva attraverso i vomitoria. Indagini archeologiche hanno evidenziato come all’interno della struttura del secondo ordine di gradinate siano stati creati degli ambienti vuoti che fungessero da cassa di risonanza. Ancora oggi, la qualità dell’acustica è notevole e in caso di necessità consente agli attori di recitare senza microfono.

Resti del colonnato esterno.

Alla summa cavea, cioè la terza gradinata oggi non più visibile, probabilmente si accedeva attraverso rampe di scale adiacenti agli ingressi. La summa cavea era sostenuta da un colonnato esterno che creava un portico coperto.

Sopravvivono anche resti abbastanza leggibili del proscenio e della scena (cioè le strutture sopraelevate in cui recitavano gli attori e che fungevano da fondale). Sono visibili ancora le nicchie in cui verosimilmente erano allocate delle statue. Subito dietro, un’intercapedine era probabilmente usata per avvolgere il sipario. Sono state riportate anche alla luce le latrine, che si trovano vicino all’ingresso occidentale. Probabilmente dietro la scena esistevano altre strutture che facevano parte del teatro e che aspettano di essere riportate alla luce.

Resti del proscenio

Per visitare il teatro e il parco archeologico, contattare l’associazione Minerva al seguente numero telefonico: 3335816389.