Il Museo delle Tombe Picene di Montedinove. Una nuova splendida realtà museale

Montedinove, 8 novembre 2015. Approfittando d’una bella giornata di sole autunnale, ci siamo recati a Montedinove, con l’intento di scoprire una nuovissima realtà del territorio: il Museo delle Tombe Picene.

Abbiamo avuto l’immensa fortuna di essere accompagnati dal Vicesindaco, il Sig. Eraldo Vagnetti, che ci ha illustrato i vari reperti e soprattutto ci ha raccontato la storia del museo, essendone stato uno dei principali protagonisti.

Tutto è cominciato nel 1986, quando i lavori di costruzione d’una strada in località colle Pigna hanno portato alla luce una gran quantità di reperti ceramici e metallici. Quel luogo, in realtà, non era nuovo a rinvenimenti di materiale archeologico: i vecchi del luogo raccontavano che passando con l’aratro portavano alla luce una grande quantità di frammenti di ceramica, pezzi di vasi, che chiamavano “pignatte”, secondo l’uso popolare; e proprio per questo, quella località prese il nome di colle Pigna.

Le campagne di scavo si sono protratte a più riprese dalla fine degli anni Ottanta alla fine degli anni Novanta. I ritrovamenti più importanti, dopo un attento restauro, sono stati esposti nel Museo Archeologico di Ascoli Piceno. Montedinove ed i suoi orgogliosi abitanti hanno da subito lottato, per riportare a casa  le tombe dei loro antenati: così sarebbe stato giusto per gli uomini e le donne lì sepolti da più di duemila anni.

Finalmente, il 26 ottobre 2015, dopo anni di progettazione e di lavori, il Comune di Montedinove è riuscito ad aprire il nuovo centro museale nel cuore del suo borgo antico. L’ex chiesa seicentesca delle Clarisse, dopo una gentile donazione del Demanio, è diventata sede del Museo delle Tombe Picene.

Le sepolture appartenevano probabilmente ad un gruppo familiare, che doveva abitare in un villaggio identificato in località Case Arpini, vicino Rotella. La necropoli ha restituito ricchi corredi risalenti al VII e VI secolo a.C., la cui fattura lascia intendere una probabile parentela con le famiglie di alto lignaggio di Belmonte Piceno. Le somiglianze fra i reperti provenienti dai due siti sono incredibili: ciò si spiega con il fatto che ogni tribù avesse una propria tipologia di monili, disegni e stoffe, tramandati di generazione in generazione.

Ad un primo sguardo, si nota la grande differenza fra sepolture maschili e femminili: le prime molto spartane, le seconde ricchissime di gioielli, stoffe, vasellame. Possiamo soltanto immaginare lo splendore di queste nobili donne.

La tomba più antica è quella della coppia capostipite: l’uomo ha un corredo piuttosto povero, mentre lo scheletro della donna è accompagnato da una quantità incredibile di gioielli e manufatti. Curiosamente, accanto al suo corpo è stata posta anche una lancia: ciò voleva indicare il ruolo predominante che ella ricopriva all’interno del villaggio. Anche a Belmonte Piceno si trova un caso simile in quella che viene chiamata la tomba delle Amazzoni.

Nelle tombe più tarde, i corredi femminili si arricchiscono ulteriormente e si trovano due elementi molto particolari, come la grande fibula a gobbe traforata e ageminata ed il pettorale femminile, simbolo della fertilità della donna.

Fra le tombe maschili, è da citare una pregevolissima spada, che non trova nessun altro riscontro se non nel celeberrimo guerriero di Capestrano, esposto al museo di Chieti.

Non possiamo che esprimere il nostro stupore, prossimo alla commozione, per una realtà museale che, come anche il Museo archeologico di Belmonte Piceno, rappresenta un segnale, una sfida lanciata al futuro. Stiamo forse entrando in una nuova epoca, in cui finalmente ci stiamo accorgendo dei tesori, frutto del nostro affascinante passato. Forse è giunto il momento di tramandare e riscoprire questo passato illustre, per avere un’opportunità in più nel futuro; un futuro, che sia frutto di un felice connubio fra tradizione ed innovazione. E questo ci piace!

Per la prossima primavera, turisti e appassionati saranno in grado di ammirare gli splendidi materiali, mai esposti, rinvenuti durante gli scavi. Il Museo delle Tombe Picene è situato in largo Lea Caracini,  presso l’ex Convento delle Clarisse. Per informazioni sui giorni e gli orari d’apertura, è possibile contattare il Comune di Montedinove allo 0736 829410 (tutti i giorni dal lunedì al venerdì).

Cogliamo l’occasione per ringraziare di nuovo la squisita gentilezza del vicesindaco, Eraldo Vagnetti, che ci ha permesso di scoprire un altro meraviglioso angolo del nostro territorio.

Il ritorno dei tesori Piceni a Belmonte Piceno

Elmo grecoDomenica 4 Ottobre 2015, è stato inaugurato il Museo Archeologico Civico di Belmonte Piceno, in via Tommaso Rubei, 10A. Il nuovissimo museo è sito in un palazzo, recentemente ristrutturato, nel pittoresco centro storico del borgo della provincia di Fermo.

Il museo è piccolo, ma ricco di reperti e rende bene l’idea della ricchezza dei corredi tombali che gli archeologi si trovarono davanti quando, nel 1909, iniziarono a scavare nell’area di Belmonte.

Il museo si compone di un’unica sala, con quattro teche verticali, contenenti i reperti della “Tomba del Duce” e quelli delle “Tombe delle Amazzoni” e altri materiali provenienti dagli scavi tra il 1909 e il 1911. Straordinari sono i reperti di uno dei carri della “Tomba del Duce” (nella sepoltura ne furono ritrovati ben sei!), nonché le famose anse bronzee con le figure dei guerrieri affiancati da cavalli. Le armi in ferro testimoniano una differenza notevole rispetto agli altri popoli italici dello stesso periodo. Vi sono anche elmi piceni e greci, vasi di derivazione etrusca ed umbro-piceni, monili femminili in bronzo e ambra. Non mancano, inoltre, alcuni esempi dei famosi “anelloni a sei nodi”, che, insieme ai manufatti in ambra, sono i più rappresentativi del periodo “Piceno IV”. Le tombe belmontesi risalirebbero, infatti, ad un periodo compreso tra il VI a.C. e il V a.C, fase che gli archeologi indicano appunto col nome di “Piceno IVA e IVB”.

Il museo belmontese costituisce un importante segnale, che rivela un interesse crescente verso le ricchezze archeologiche e culturali del nostro territorio. Belmonte Piceno è da sempre considerato dagli studiosi uno dei centri archeologici più importanti della cultura picena arcaica ed era inconcepibile che qui non vi fosse uno spazio in grado di testimoniare l’eccezionalità dei ritrovamenti che si sono succeduti negli anni.
Per informazione sui giorni e gli orari d’apertura chiamare lo 0734-771100.